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Musica da camera

La letteratura cameristica, specialmente quella per strumenti ad arco e pianoforte, è quella che ho frequentato di meno, quantomeno come compositore.

Prima dei trent’anni suonai per qualche anno in un trio con flauto e oboe come pianista/ organista/ cembalista. Praticamente un repertorio sconfinato, da Bach ai giorni nostri. Ricordo bellissimi concerti in tutta Italia. La direzione e l’attività didattica non mi hanno dato la possibilità di continuare quel bellissimo percorso che ricordo con molto piacere. Come compositore ho scritto soprattutto per organici sinfonici, per le voci e per il pianoforte.

In questi giorni sto scoprendo la bellezza della scrittura per violino e pianoforte che mi ha aperto un mondo sulle possibilità timbriche deglì organici cameristici. Credo mi sarà di stimolo per affrontare un mondo che conoscevo poco ma che di fatto è alla base della musica sinfonica che tanto ho studiato e praticato.

Dopo il Rondó per violino e pianoforte che sto ultimando mi spingerò quindi ad esplorare il trio, il quartetto d’archi. Il bello del fare musica è lo stupore della scoperta continua.

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